Teoria degli armoniciNella sezione precedente abbiamo visto quali siano gli intervalli consonanti e quali siano quelli dissonanti.Il concetto di dissonanza e consonanza è stato per molto tempo basato solamente sulla pratica dei grandi compositori antichi, sulla tradizione e sull'intuizione musicale dei singoli artisti. Oggi al concetto di consonanza e dissonanza è stata data una spiegazione fisica, basata sullo studio delle forme d'onda che i vari strumenti generano, naturalmente questo non c'entra niente con il fatto che uno pensi che certi intervalli piacciano più altri, la teoria fisica degli armonici si limita solamente a mettere in evidenza la natura dei suoni e le relazioni che hanno con altri suoni. Il risultato che queste relazioni hanno sulla psiche umana potrebbe anche essere diversa da individuo a individuo, ma in realtà, a parte un certo margine, questo non pare essere il caso e su questo presupposto si basano le più recenti tecniche di musicoterapia. Lo studio delle forme d'onda dei vari strumenti ha rivelato che ogni genere di suono generato da uno strumento musicale è costituito da una serie ben determinata di suoni più semplici con frequenze diverse che suonano in simultanea: la cosiddetta serie degli armonici. Questi suoni sono molto numerosi e diventano sempre più acuti e deboli man mano che si procede lungo la serie, i primi tra essi sono: 8va, 5a, 8va, 3a maggiore, 5a, 7a minore. Essi spiegano perché due suoni che distano questi precisi intervalli risultino "omogenei" al nostro orecchio: essi sono proprio i suoni che chiamiamo consonanti. Prendiamo ad esempio la nota Do, i primi sei armonici che incontreremo sono: Do, Sol, Do, Mi, Sol, Sib, disposti in diverse ottave. Se allineamo questi tre suoni in un' unica ottava otteniamo quattro note a distanza di una terza: FIG. 1 Di questi quattro suoni i primi tre sono i più importanti: nota che sono proprio la 3a e la 5a della nota di partenza, i nostri principali intervalli consonanti. Se rivoltiamo queste tre note a partire dalla seconda nota otteniamo: FIG. 2 In questa ultima figura prendiamo le stesse note ma le abbiamo rivoltate per mettere in evidenza gli intervalli di quarta e sesta che si formano tra i diversi gradi, che sono gli altri due intervalli considerati consonanti se non formano itervallo di seconda con un' altra nota. Per questi motivi due note che distino un intervallo di terza sono considerate consonanti tra loro e viene chiamato accordo la sovrapposizione di più note disposte per terze. Commenti, Pensieri & Domande |
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