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Scale, Intervalli, Tonalità

Le scale sono essenzialmente insiemi di note (tipicamente 7) che si differenziano per due caratteristiche principali: la tonalità e la sequenza di toni e semitoni tra le note che le compongono. La tonalità indica la nota da cui inizia la scala, definendo così la sua base o "tonica". La sequenza di toni e semitoni determina la struttura o "scheletro" della scala.

Ad esempio, la Scala Maggiore di Do è composta dalle note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. La sua tonalità è Do, e la struttura è T+T+S+T+T+T+S, dove T rappresenta un tono e S un semitono. Questo significa che tra:

  • Do e Re c'è un tono
  • Re e Mi c'è un tono
  • Mi e Fa c'è un semitono
  • Fa e Sol c'è un tono
  • Sol e La c'è un tono
  • La e Si c'è un tono
  • Si e Do (ottava) c'è un semitono

Questo può essere rappresentato anche come: Do-T-Re-T-Mi-S-Fa-T-Sol-T-La-T-Si-S-Do. La sequenza di toni e semitoni caratterizza univocamente la Scala Maggiore.

Per una descrizione più sintetica, la notazione della Scala Maggiore può essere espressa come: 1 2 3 4 5 6 7maj, dove i numeri rappresentano le note della scala in ordine e i simboli (#, m, dim, maj) indicano la qualità di ogni intervallo. Tuttavia, questa notazione è limitata alle scale di 7 note.

Il nome completo di una scala è "Scala [tipo di scala] di [tonalità]", dove il tipo di scala è definito dalla sequenza di toni e semitoni, e la tonalità è la nota di partenza. Pertanto, la Scala Maggiore può essere costruita in tutte le tonalità, mantenendo la stessa sequenza di intervalli. Ad esempio, la Scala Maggiore di Sol è: Sol, La, Si, Do, Re, Mi, Fa#.

È importante notare che nella Scala Maggiore di Sol, il Fa# è essenziale per mantenere la sequenza T+T+S+T+T+T+S. Se si usasse il Fa naturale, la scala non sarebbe più una Scala Maggiore di Sol. Inoltre, il termine "diatonica" indica che tutte le note della scala hanno nomi unici, seguendo la sequenza naturale Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, modificata con diesis (#) o bemolle (b) secondo necessità.

Lo studio degli intervalli è cruciale. Un intervallo è definito dal numero di note comprese tra due note, comprese quelle note stesse. Ad esempio, l'intervallo tra Do e Mi è una terza, contando Do, Re, Mi. Tra La e Do c'è un'altra terza, mentre tra Fa e Si c'è una quarta. Gli intervalli possono essere ascendenti o discendenti e non indicano direttamente la distanza in toni o semitoni, ma il numero di note coinvolte.

Nella Scala Maggiore, gli intervalli tra la tonica e le altre note sono:

  1. Intervallo di seconda maggiore tra la tonica e la II nota
  2. Intervallo di terza maggiore tra la tonica e la III nota
  3. Intervallo di quarta giusta tra la tonica e la IV nota
  4. Intervallo di quinta giusta tra la tonica e la V nota
  5. Intervallo di sesta maggiore tra la tonica e la VI nota
  6. Intervallo di settima maggiore tra la tonica e la VII nota

Intervalli Musicali

I termini "seconda maggiore", "quinta giusta", ecc., indicano distanze precise tra le note, misurate in toni e semitoni.

INTERVALLI Seconda Terza Quarta Quinta Sesta Settima
Aumentato 1 + 1/2 2 + 1/2 3 4 5 6
Maggiore 1 2 - - 4 + 1/2 5 + 1/2
Giusto - - 2 + 1/2 3 + 1/2 - -
Minore 1/2 1 + 1/2 - - 4 5
Diminuito Nullo 1 2 3 3 + 1/2 4 + 1/2

Gli intervalli denominati giusti possono essere aumentati o diminuiti, aggiungendo o togliendo rispettivamente un semitono; non vengono mai definiti come maggiori o minori.

Gli intervalli chiamati maggiori possono essere aumentati, minori, o diminuiti, rispettivamente aggiungendo un semitono, o sottraendo uno o due semitoni; non vengono mai definiti come giusti.

L'intervallo tra due note con lo stesso nome ma con intonazione diversa, una più acuta e l'altra più grave, è detto ottava giusta.

Significato dei Simboli negli Intervalli

Nella schematizzazione delle scale con numeri, i simboli #, m, dim, maj hanno il seguente significato:

  • La formula 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7maj rappresenta lo schema della Scala Maggiore. I numeri senza simboli indicano intervalli maggiori o giusti; ad esempio, "2" significa "seconda maggiore" e "5" significa "quinta giusta".
  • La settima maggiore è segnalata come "maj7" o "j7" per distinguerla dalla settima minore, che nelle siglature degli accordi è scritta semplicemente come "7".
  • "#" indica che l'intervallo è aumentato.
  • "m" indica che l'intervallo è minore.
  • "dim" indica che l'intervallo è diminuito.
  • "b" può essere usato al posto di "m" o "dim" e indica che l'intervallo è minore (per 2, 3, 6) o diminuito (per 4, 5).

Dato che ogni nota di una scala può essere numerata, queste note possono anche essere chiamate gradi. Ad esempio, nella Scala Maggiore di Do, il Do è il I° grado, il Re è il II°, e così via. Tipicamente, i gradi sono indicati con numeri romani.

Ad esempio, la Scala Frigia ha la formula: 1, 2m, 3m, 4, 5, 6m, 7m, il che significa che i gradi II, III, VI e VII sono abbassati di un semitono rispetto alla Scala Maggiore.

In generale, una scala è detta di modo maggiore se tra il suo I° e III° grado c'è una terza maggiore; viceversa, è di modo minore se tra il I° e il III° grado c'è una terza minore. La sonorità delle scale minori è solitamente percepita come più "triste" rispetto a quella delle scale maggiori, che hanno un carattere più "gioioso".